GERUSALEMME – Mercoledì, 19 aprile 2017, il presidente israeliano Reuven Rivlin ha visitato il Patriarcato latino per porgere i suoi auguri di Pasqua alla comunità cristiana in Terra Santa, rappresentata da vari Capi delle Chiese di Gerusalemme. Questa visita è la terza dall’inizio della sua presidenza.
Nel 2015, il presidente Rivlin aveva a sorpresa fatto visita al Patriarcato greco-ortodosso per i tradizionali auguri di Pasqua. L’anno successivo si era recato invece presso il Patriarcato armeno per salutare i capi delle Chiese di Gerusalemme. Quest’anno, la sede scelta è stata il Patriarcato latino. Alla presenza di tutti i capi delle Chiese di Gerusalemme riunitisi per l’occasione, ha potuto visitare la comunità cristiana di Terra Santa.
L’incontro è stato caratterizzato da tre discorsi che hanno sottolineato di volta in volta il carattere unico, sacro e universale della città di Gerusalemme per le tre religioni monoteiste e per il mondo: quello dell’Amministratore Apostolico, mons Pierbattista Pizzaballa; quello del Patriarca greco-ortodosso, Teofilo III; e quello del presidente israeliano.
Nel suo discorso in lingua inglese (testo completo), mons. Pizzaballa ha ribadito l’importanza delle comunità cristiane in quanto «parte integrante dell’identità della città, e senza la quale Gerusalemme non potrebbe più essere la città che è. Senza questa piccola ma ben radicata comunità, “la casa di preghiera” per tutti i popoli (Is 56, 7), che è Gerusalemme, perderebbe il suo carattere universale».
Quest’anno le celebrazioni della Pasqua cristiana si sono svolte in coincidenza con la festa di Pesach, la Pasqua ebraica. L’arcivescovo Pizzaballa ne ha menzionato la «confusione gioiosa» e gli «inevitabili problemi organizzativi» di questi ultimi giorni, facendo un appello al Presidente: «Queste scene pittoresche di vita a Gerusalemme sono uniche e devono essere preservate. Sì, è importante conservare e garantire la presenza delle Chiese cristiane di Gerusalemme, le loro comunità e le loro tradizioni. Il fatto che, nonostante i nostri piccoli numeri, lei abbia deciso di venire da noi, rende la visita ancora più apprezzata».
Mons. Pizzaballa ha espresso i suoi auguri per la Pasqua, ricordando il legame tra le celebrazioni ebraica e cristiana: «Pasqua, la “liberazione dall’Egitto” per il popolo d’Israele. Per noi come cristiani, essa è diventata l’immagine della liberazione da ogni forma di oppressione. Per noi, questa è la liberazione definitiva dal potere del peccato e della morte mediante la Risurrezione di Gesù».
Prendendo a sua volta la parola, il patriarca Teofilo ha sottolineato anche lui il carattere universale della Città Santa: «Mosaico religioso ed etnico (..) in cui coesistono, fianco a fianco tradizioni antiche». Un mosaico fattosi di nuovo visibile durante le celebrazioni della Pasqua e della Pesach, che mostra, secondo il Patriarca «le radici comuni di tutti su questa terra, la nostra casa comune». Ha poi aggiunto: «Questo messaggio profondo di convivenza è usurpato dalla superbia, dall’arroganza e dalla violenza di un uomo che si vuole erigere al posto di Dio». Facendo eco alle parole di mons. Pizzaballa, S.B. Teofilo ha deplorato la violenza che persiste nella regione, in particolare in Egitto contro la comunità copta. Ha concluso chiedendo «pace e riconciliazione» per Gerusalemme.
Nel suo discorso, che è andato a chiudere la riunione, il presidente Rivlin ha inviato un augurio, dicendo: «Siamo tutti abitanti di Gerusalemme (…). Insieme possiamo costruire un futuro comune insieme. Questo è il mio sogno». Il presidente non ha mancato di condannare ed esprimere le sue condoglianze ai copti «colpiti da una così grande brutalità», per quanto successo dieci giorni fa e ancora oggi, nel Sinai, presso il Monastero di Santa Caterina.
Myriam Ambroselli
Foto: © Patriarcato latino di Gerusalemme