GERUSALEMME - Durante la Settimana Santa, se le celebrazioni più note hanno luogo principalmente al Santo Sepolcro, ce ne sono molte altre organizzate dalle numerose comunità cristiane della città. Caratterizzate dalla loro diversità, si svolgono in luoghi a volte sconosciuti ma sempre ricchi, e permettono sia ai pellegrini stranieri che ai locali di vivere una Settimana Santa unica ed eccezionale, specifica di Gerusalemme.
A San Pietro in Gallicantu la sera del Giovedì Santo, si celebra una solenne Messa nella chiesa che è costruita sul luogo dove si ritiene che Cristo abbia trascorso la notte in attesa di comparire davanti a Caifa. Con le comunità dei Padri Bianchi e del Chemin Neuf (che gestiscono la pensione Ecce Homo sulla Via Dolorosa), gli Assunzionisti e gli Oblati dell'Assunzione organizzano ogni anno una Settimana Santa nei luoghi dove vivono le loro tre comunità: il luogo santo di San Pietro in Gallicantu, il convento Ecce Homo e la chiesa di Sant'Anna, situata vicino alla Porta dei Leoni.
Questa messa del Giovedì Santo è seguita da una processione dal Getsemani a San Pietro, durante la quale i fedeli, con il volto illuminato da una candela, percorrono la strada che costeggia il cimitero ebraico del Monte degli Ulivi, Siloe e la Tomba di Assalonne. Arrivati a San Pietro c’è tempo per una meditazione nella cripta o su uno dei luoghi sacri del sito; viene aperto solo in questa occasione la scalinata di pietra, che Cristo abbia percorso due volte dopo l’ultima cena (nell’andata al Getsemani e nel tornare dopo la cattura). Questo è l'unica occasione dell'anno in cui vi si può accedere.
Dall'altra parte della città vecchia, nella chiesa di San Simone e Sant'Anna, la comunità dei cattolici di lingua ebraica di Gerusalemme ha celebrato, oltre alla magnifica messa "in Cœna Domini" del Giovedì Santo, una liturgia del Venerdì Santo preceduta dall'adorazione della Sacra Corona di Spine. Al termine della celebrazione molto toccante, il parroco P. Benny Di Bitonto ha versato l'olio di unzione sulle palme dei fedeli, per ricordare l'imbalsamazione di Cristo dopo la sua morte in croce.
Da parte del Vicariato per i Migranti e Richiedenti Asilo, molte comunità hanno organizzato le proprie celebrazioni, spesso a causa dei loro orari che richiedono di essere al lavoro la domenica come hanno fatto per il Sabato delle Palme le comunità indiane e dello Sri Lanka; la Via Crucis degli indiani di lingua Konkani, la comunità indiana di lingua Malayalam, una lingua che si parla nel sud del paese, ha celebrato la propria Messa di Pasqua nel convento dei Cappuccini: una celebrazione di rito siro-malabarico della regione del Kerala: questo rito è l'equivalente del rito siriaco orientale.
Sabato 16 aprile, i domenicani dell'École biblique et archéologique française (EBAF) hanno celebrato la loro veglia pasquale nella Basilica di Santo Stefano accogliendo per l'occasione più di un centinaio di pellegrini di lingua francese tra cui diversi gruppi provenienti dall'Africa. Durante questa magnifica e commovente celebrazione, un giovane e padre ha ricevuto il battesimo; poi, secondo la tradizione, prima di congedarsi, tutti i fedeli sono stati invitati davanti all'altare e proclamare con gioia a "Cristo è risorto, sì è veramente risorto" in tutte le lingue che conoscevano.
Il giorno seguente, domenica 17, i monaci e le Oblate benedettine delle comunità di Abu Gosh hanno celebrato la loro domenica di Pasqua nella chiesa medievale di Santa Maria della Resurrezione, con un misto di regolari, volontari e pellegrini. La celebrazione è stata presieduta da Dom Louis-Marie, la messa è stata cantata interamente dai monaci e dalle Oblate, sotto la direzione di Dom Olivier.
Nella sua omelia, Dom Brice ha parlato del mistero e dell'ignoto della vita da "Risorto", che né Lazzaro, né la figlia di Giairo, né il figlio della vedova hanno realmente sperimentato: essi "si sono solo voltati indietro e hanno conosciuto il privilegio di morire due volte". Fino ad oggi, solo il Cristo risorto ha potuto "abbandonare quella parte della natura umana di prima", "per entrare in un mondo nuovo conservando del della sua natura umana solo ciò che è più bello, ciò che merita l'eternità" e al quale, grazie a Lui, siamo chiamati a partecipare.
Dopo un pranzo festivo, dove il pane preparato da Sr. Marie-Judith è stato condiviso da tutti, è stata organizzata una “caccia alle uova” all'interno del magnifico giardino dell'Abbazia per la gioia dei grandi e dei piccini.