Gaza: Abdallah Jildeh, primo palestinese a diventare religioso dell'Istituto del Verbo Incarnato

By: Layal Hazboun/ lpj.org - Published: October 18 Mon, 2021

Gaza: Abdallah Jildeh, primo palestinese a diventare religioso dell'Istituto del Verbo Incarnato Available in the following languages:

GAZA - "Coloro che sono chiamati al servizio sacerdotale non devono avere paura, perché il Signore Gesù ha detto: "Non abbiate paura (Gv 6,20)", ha detto Abdallah Jildeh, un 23enne che - primo palestinese di Gaza entrato a far parte dell'Istituto del Verbo Incarnato - domenica scorsa, 10 ottobre, ha fatto la Vestizione e la Prima Professione religiosa.

Abdallah Nasser Jildeh è nato nella città di Gaza ed è stato battezzato nella chiesa greco-ortodossa di San Porfirio. Fin dalla sua prima infanzia, ha partecipato alla vita pastorale e alle attività della Parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, dove all'età di quattordici anni ha scoperto la sua vocazione religiosa. Ha iniziato Economia e Commercio all'università, ma nel 2018, quando aveva diciassette anni, ha capito che consacrare la sua vita al servizio di Dio e della Chiesa era la strada migliore per lui. Infatti aveva scoperto la sua vocazione religiosa dopo una conversazione avuta con P. Mario da Silva, IVE, allora parroco latino di Gaza, su cosa significhi consacrare la propria vita, durante il campo estivo di quell'anno.

Fra’ Abdallah crede che le vocazioni sacerdotali e religiose siano un dono di Dio per servire Lui, la Chiesa e la società, e che siano il risultato di una preghiera continua e di un serio lavoro pastorale. "I sacerdoti e i religiosi e le religiose di Gaza mi hanno dato un ottimo esempio e mi hanno aiutato ad avvicinarmi a Dio e alla Chiesa", ha detto Fra’ Abdallah all'Ufficio Stampa del Patriarcato Latino. "Così, ho iniziato a frequentare la Messa quotidiana fino a quando non ho finalmente preso la decisione di diventare un membro della Chiesa cattolica, entrando come religioso nell'Istituto del Verbo Incarnato, per amore di Cristo e per il bene di tutti, cristiani e musulmani".

La decisione di entrare nella vita religiosa non è stata una notizia facile da accettare per i genitori del nuovo religioso, almeno all'inizio. "Sono stato paziente: sapevo che prima o poi i miei genitori avrebbero capito la mia decisione", ha detto Fra’ Abdallah. "Ho detto loro che avevo scelto la vita consacrata e che avevo preso questa decisione di mia spontanea volontà".

Alla domanda sulle sfide più importanti che la parrocchia di Gaza deve affrontare, Fra’ Abdallah ha risposto che la Chiesa fa parte della società palestinese di Gaza, dove i cristiani affrontano le stesse difficoltà dei non cristiani, "tuttavia, a mio parere, abbiamo anche il compito di preservare l'identità cristiana dei membri della Chiesa, a Gaza e nel resto della Palestina".

In attesa di servire Dio e la Chiesa nel mondo, Fra’ Abdallah prega per "tutte le famiglie che non possono avere figli, per la vita che deve ancora nascere, per la difesa della vita che è sacra, per Sua Santità Papa Francesco e per le vocazioni. Prego in modo particolare per le tante persone che non hanno riparo né casa. Chiedo al Signore di proteggerle".