GERUSALEMME – Qui di seguito sono riportate le riflessioni di primavera di Sami El-Yousef, Amministratore Delegato del Patriarcato Latino, nelle quali si parla della situazione politica ed economica in Terra Santa e dei suoi effetti sul lavoro della Diocesi nei settori dell’educazione, della cura pastorale e del sostegno umanitario.
Saluti dal Patriarcato latino di Gerusalemme, dove abbiamo appena celebrato la festa più importante del cristianesimo, culmine della Settimana Santa ed evento drammatico che ha segnato la vita di miliardi di persone in tutto il mondo! Noi che chiamiamo Gerusalemme “casa”, siamo in un certo senso più fortunati, perché viviamo la Pasqua non una, ma due volte visto che, secondo il calendario giuliano, questa settimana è ancora Settimana Santa in attesa della domenica di Pasqua che si celebrerà tra pochi giorni, il 28 aprile 2019. In ogni caso, la frase più ripetuta nelle nostre diverse comunità cristiane in Terra Santa in questi giorni è: “Cristo è risorto, è veramente risorto”.
Le celebrazioni religiose sono state molto belle, a cominciare dalla processione trionfante e gioiosa della Domenica delle Palme da Betfage alla Città Vecchia, alla quale hanno partecipato migliaia e migliaia di persone creando una fiumana di folla ininterrotta. Grazie agli sforzi dei parroci del Patriarcato latino, sono stati noleggiati 57 autobus per portare i fedeli di tutta la Cisgiordania a Gerusalemme, dove quest’anno hanno potuto arrivare oltre 3.000 persone provenienti dalle parrocchie locali. Quel giorno Gerusalemme era splendida, con i tradizionali drappelli scout che sfilavano per le strade della città. Com’è consuetudine la sfilata si è svolta dopo la processione religiosa e, in questa edizione, ha visto la partecipazione di oltre una dozzina di bande musicali. In abiti smaglianti, marciando a suon di musica con i loro tamburi e le loro trombe, ricordavano a tutti che Gerusalemme è tanto cristiana quanto ebraica e musulmana. L’orgoglio sui volti di questi giovani era semplicemente contagioso!
Negli ultimi mesi, ho avuto il privilegio di seguire con vari operatori il grande lavoro che si sta svolgendo all’interno del Patriarcato latino, soprattutto là dove concentriamo le nostre priorità, nei tre settori principali dell’educazione, della pastorale e del sostegno umanitario. Dalle scuole, alle varie parrocchie e centri di servizio, non si può che essere orgogliosi degli oltre duemila laici e religiosi che si svegliano ogni mattina pronti a dirigersi al loro lavoro per essere al servizio in uno di questi settori, nonostante le battute d’arresto e il panorama politico molto sfavorevole, senza parlare del peggioramento delle condizioni economiche. In Israele, le recenti elezioni hanno fatto sì che stia per formarsi un governo ancora più di destra, che probabilmente consoliderà le mosse del governo precedente verso uno Stato ebraico esclusivo nel quale i non ebrei potrebbero diventare cittadini di seconda classe, oltre al fatto che si è promesso di annettere la West Bank, uccidendo ogni speranza di una soluzione a due Stati.
In Palestina si può constatare la divisione tra i due principali partiti politici, culminata in una più profonda separazione tra loro e nell’allargamento del divario tra Gaza e il resto dei Territori, per non parlare dell’erosione del sostegno di tutto il mondo guidato dagli Stati Uniti, con la decisione del governo americano di sospendere tutti gli aiuti finanziari nei confronti della Palestina e delle agenzie delle Nazioni Unite che lavorano con i rifugiati palestinesi. Questo ha portato ad una nuova ondata di disoccupazione, soprattutto all’interno della giovane comunità cristiana specializzata, nonché a una riduzione dei servizi per i più bisognosi.
In Giordania le recenti modifiche alle leggi fiscali hanno fatto sì che le persone a reddito medio-basso e i beneficiari di fondi pensione vengano tassati di più, lasciandoli con un reddito più basso in presenza di aumenti dei prezzi sulla maggior parte dei beni e servizi di base. Nel complesso, nei tre paesi in cui operiamo, non c’è un quadro molto promettente e la cosa triste è che il quadro non sembra destinato a migliorare presto. Pertanto, il nostro lavoro dovrà continuare a tenere conto di queste realtà mentre cerchiamo di pianificare un futuro incerto.
Detto questo, continuiamo a chiederci che cosa c’è di nuovo? La consolazione è che in questo periodo ci viene ricordato il vero significato del periodo pasquale e degli eventi della Settimana Santa, della sofferenza, del tradimento, della barbarie e dell’umiliazione, e di quanto bene è uscito da tutto ciò, al punto che questo bene ha portato alla creazione della fede cristiana e del relativo sistema di valori, diventato oggi la nostra dottrina vivente. La visita alle istituzioni della Chiesa non fa che rafforzare l’importanza di questa presenza cristiana individuale e istituzionale in Terra Santa, che è la voce moderatrice in una società molto divisa e polarizzata. Che si tratti di bambini in età scolare, parrocchiani, anziani, famiglie disgregate, persone con disabilità, migranti, rifugiati e persone di ogni estrazione sociale, il Patriarcato latino di Gerusalemme, attraverso i suoi vari programmi e interventi, è lì per sostenere coloro che sono emarginati, deboli e bisognosi.
Il rapporto sugli aiuti umanitari del Patriarcato latino, recentemente pubblicato, mette in evidenza le attività finanziate dai vari fondi (sostegno all’istruzione, acquisto di medicine, assistenza sociale, emergenze sanitarie, sostegno ai rifugiati e creazione di posti di lavoro), dove centinaia di famiglie sono state sostenute offrendo loro nuove e più dignitose prospettive di vita. Le varie attività pastorali svolte nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi giovanili e scout, nelle famiglie, nei programmi scolastici domenicali, con progetti in corso per i campi estivi e per i ritiri spirituali, hanno assunto un nuovo significato, poiché a questo importante settore sono dedicate più attenzione e maggiori risorse. Il rafforzamento della fede è un elemento essenziale per mantenere viva la speranza.
Così, mentre rinnoviamo la nostra fede in questa stagione, sentiamo certamente una ventata d’aria fresca nonostante un ambiente politico ed economico molto cupo. Il domani promette di essere migliore di oggi e noi continuiamo a pregare per la pace di Gerusalemme.
Buona Pasqua a tutti. Cristo è risorto, è veramente risorto!
Sami El-Yousef 23 aprile 2019