«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione
In occasione della trentunesima Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio 2023), accogliamo l’invito espresso da papa Francesco nel suo messaggio: “attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza”.
Vicinanza, compassione e tenerezza sono valori che tutti desideriamo, di cui beneficiamo volentieri e con piacere.
L’invito che accogliamo, è quello di donare agli altri, attraverso noi stessi, questi valori e fare esperienza che solamente nel dono possiamo gustare veramente cosa siano la vicinanza, la compassione e la tenerezza.
Ci proponiamo di visitare una persona ammalata o che vive un particolare momento di sofferenza. Certamente ci sono dei nostri vicini di casa che si trovano in questa situazione. Fare loro visita, incontrarli personalmente, è il primo passo per avanzare insieme.
Prima di compiere la visita ci prepariamo facendo un momento prolungato di silenzio, da soli, riflettendo e pregando, considerando come sarà il nostro agire, mosso da compassione e tenerezza, durante la visita.
Con discrezione e molta delicatezza domandiamo loro se vi è un qualche servizio che possiamo rendere loro: un piccolo riordino in casa o una compera o altro che dia concretezza al nostro desiderio di un bene condiviso.
Proponiamo loro di fare insieme una piccola riflessione sulla vita e su come vivere nel modo migliore il difficile tempo della sofferenza.
Se condividiamo la fede cristiana possiamo leggere dal Vangelo di Luca il racconto del Buon Samaritano ( Lc 10,29-37) o semplicemente farne memoria, ricordando in sintesi gli avvenimenti e insegnamenti. Se la menzione esplicita del testo sacro non è opportuna, possiamo condividere esperienze e speranze, realtà vissute che ci fanno sentire solidali, uniti nel medesimo cammino della vita.
Prima di leggere il Vangelo accendiamo un cero, accompagnando il gesto con il canto dell’Alleluia.
Quindi possiamo leggere, come breve commento, questa parte del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Malato 2023: «Abbi cura di lui» (Lc 10,35) è la raccomandazione del Samaritano all’albergatore. Gesù la rilancia anche ad ognuno di noi, e alla fine ci esorta: «Va’ e anche tu fa’ così». Come ho sottolineato in Fratelli tutti, «la parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune» (n. 67). Infatti, «siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell’amore. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile» (n. 68).
È importante dopo la lettura che ci sia un tempo di dialogo, dove soprattutto la persona ammalata o sofferente possa esprimersi con libertà, sentendosi ascoltata e accolta. Sono parole di compassione verso di noi, ci aiutano ad essere umili e solidali, protagonisti insieme di un cammino condiviso.
Apriamo lo spazio del nostro incontro alle persone assenti, a quanti riconosciamo particolarmente bisognosi di vicinanza, compassione e tenerezza. Esprimiamo spontaneamente le nostre preghiere, anche solo menzionando i nomi delle persone o accennando discretamente alle loro situazioni.
Il canto del Padre nostro conclude il nostro momento di preghiera, rendendo davvero universale il nostro sguardo e il nostro desiderio di bene.
Cerchiamo di trovare una continuità possibile a questa nostra attenzione agli altri, espressa durante la visita. Facciamo in modo che non resti un semplice episodio, significativo ma isolato, nel nostro cammino di fede.
La Giornata Mondiale del Malato termina, mentre non si arresta mai il nostro cammino nella vita, da compiere insieme, con vicinanza, compassione e tenerezza.
Silenziosi Operai della Croce