GAZA – Dal 13 al 15 dicembre, in occasione delle festività natalizie, si è svolta la visita pastorale di Mons. Pizzaballa a Gaza. L’Amministratore Apostolico ha celebrato la Santa Messa di Natale con qualche giorno di anticipo per i cristiani locali, a cui è proibito uscire dalla Striscia a festeggiare la Natività di Nostro Signore a Betlemme.
REPORT VISITA PASTORALE GAZA
Venerdì 13 dicembre Il primo giorno di visita si è aperto con la visita presso la parrocchia della Sacra Famiglia, nel cuore del quartiere cristiano di Gaza. Qui la delegazione venuta da Gerusalemme è stata cordialmente ricevuta dal parroco, Padre Gabriel Romanelli, IVE, insediatosi da circa due mesi. Ai saluti di benvenuto erano presenti anche il vice-parroco, Padre Yousef Assad, IVE, Padre Mario Da Silva, IVE, e alcuni laici della parrocchia, rappresentanti della piccola comunità cattolica di Gaza. Dopo un breve momento di ristoro, Padre Gabriel ha guidato mons. Pizzaballa nella visita del complesso parrocchiale che ospita diverse realtà: le due strutture gestite dalle suore di Madre Teresa (una casa per adulti non autosufficienti ed una per bambini con gravissime disabilità); i locali della Latin Convent School, prima scuola cristiana di Gaza, che va dall’asilo fino al decimo grado della scuola secondaria superiore; gli uffici parrocchiali e la casa delle due religiose dell’Istituto del Verbo Incarnato.
Suor M. Delfina, M.C, superiora delle Missionarie della Carità (le cosiddette “suore di Madre Teresa”), ha poi mostrato all’arcivescovo Pizzaballa gli spazi e i locali dedicati all’assistenza e all’intrattenimento di circa 45 bambini affetti da gravi malattie neurologiche. La missione di queste sei sorelle di Madre Teresa, in conformità al loro quarto voto religioso, è quella di prendersi cura dei “più poveri dei poveri” e, qui a Gaza, il loro lavoro si esprime non soltanto nei confronti degli anziani e dei disabili che vivono nel complesso parrocchiale, ma anche dei poveri che abitano in baracche di legno e lamiera negli slum alla periferia di Gaza.
Dopo il pranzo nella casa delle Suore della Carità, la delegazione si è diretta al Christian Camp Chapel, dedicando il resto del pomeriggio alla visita delle istituzioni cattoliche presenti in città: il Centro Caritas e il centro di formazione professionale San Tommaso D’Aquino. In occasione dell’arrivo dell’arcivescovo, la Caritas di Gaza ha inaugurato una nuova estensione del suo centro medico. Suor Bridget Tighe, FMDM, Direttrice Generale della Caritas Jerusalem, ha dato il benvenuto all’amministratore apostolico esponendogli a grandi linee le caratteristiche del servizio socio-pastorale effettuato a Gaza nei confronti “dei poveri, degli emarginati e dei feriti nel corpo e nella mente” di qualunque credo religioso. Ha poi concluso ribadendo che nonostante si viva “divisi da muri e recinzioni, siamo e restiamo una sola Chiesa, una sola Caritas Jerusalem, una sola famiglia unita dalla nostra comune umanità”.
È stato poi il turno del taglio del nastro al vicino Centro San Tommaso d’Aquino, struttura pensata e finanziata dal Patriarcato latino di Gerusalemme per venire incontro alle esigenze dei giovani cristiani locali, colpiti dall’altissimo tasso di disoccupazione che affligge la Striscia di Gaza. Il centro eroga gratuitamente corsi di specializzazione professionale e di teologia, sì da curare entrambi gli aspetti, materiale e spirituale, e fornire loro gli strumenti morali e intellettuali per sopravvivere decorosamente in un contesto di grave indigenza. E scongiurare per quanto possibile la costante emorragia di cristiani da Gaza, luogo nel quale si contano solo 117 cattolici su una popolazione totale di circa due milioni e duecento mila persone.
Dopo le due inaugurazioni, mons. Pizzaballa ha celebrato la messa per i presenti al Christian Camp per poi dirigersi in visita nelle case delle famiglie cristiane più in difficoltà, portando loro un saluto, esprimendo vicinanza, ascoltando la testimonianza delle loro avversità quotidiane e dando loro una benedizione.
La giornata si è conclusa in preghiera, con la recita del rosario e l’adorazione del Santissimo presso la cappella delle due suore dell’Istituto del Verbo Incarnato che vivono e lavorano in parrocchia: Madre Zambaka e Suor Maria del Pilar.
Sabato 14 dicembre Anche la giornata di sabato si è aperta in un clima di preghiera, con la celebrazione delle lodi e della Santa Messa presso la cappella delle Rosary Sisters. Dopo la colazione, mons. Pizzaballa è stato accolto festosamente da centinaia di allievi della Rosary school nell’ampio cortile dell’istituto. Le cinque suore della Congregazione del S. Rosario a Gaza gestiscono la miglior scuola della Striscia, per qualità della didattica e delle strutture. Aperta nel 1973, questa scuola oggi conta circa mille studenti, dall’asilo nido fino all’ultimo grado della scuola superiore. La direttrice, Suor Nabila Saleh, ha guidato l’intera delegazione nella visita dei locali dell’istituto, dotato di laboratori d’avanguardia, sale studio, biblioteca e anche un grande auditorium. Tutta la struttura è inoltre alimentata dall’impianto fotovoltaico installato sul tetto, che rende la scuola quasi energeticamente autosufficiente, così da garantire il normale svolgimento delle lezioni anche nei momenti, numerosi durante la giornata, in cui la luce manca per lunghi intervalli.
Il secondo appuntamento della mattinata di sabato è stato invece quello con il personale della Holy Family School & Latin Convent, istituto scolastico del Patriarcato latino. Nella suggestiva cornice del “Museum Restaurant”, a due passi dal mare, c’è stato il pranzo con tutti i dipendenti. Prima di iniziare, insegnanti e studenti della scuola, dopo aver ringraziato mons. Pizzaballa per la visita, hanno parlato del modus operandi nel loro lavoro, degli obiettivi raggiunti, dei programmi didattici che in generale forniscono agli studenti gli strumenti giusti per potersi orientare in futuro nello studio universitario o nella ricerca del lavoro. Dopo pranzo, l’arcivescovo ha visitato il museo archeologico compreso nella struttura.
Nel pomeriggio di sabato l’amministratore apostolico ha invece incontrato la gente locale in due differenti appuntamenti: il primo con i giovani e il secondo con gli anziani e le famiglie cristiane. Mons. Pizzaballa, dopo aver ascoltato le loro domande, ha vinto il clima di naturale timidezza chiedendo a ciascuno di presentarsi e di raccontare di sé. Da questi interventi sono emerse le situazioni di difficoltà vissute dai cristiani locali. Al clima di paura e di desolazione dovuto ai frequenti bombardamenti, si aggiunge la mancanza di libertà e il dramma della disoccupazione. Relativamente al problema della mobilità, mons. Pizzaballa ha garantito il suo impegno affinché le autorità israeliane concedano ai cristiani i permessi per uscire dalla Striscia e prender parte alle imminenti festività natalizie a Betlemme; riguardo al più annoso problema della disoccupazione, l’arcivescovo ha espresso più volte il suo rammarico, invitando tuttavia ad avere fede e a tenere conto dei grandi passi avanti che provvidenzialmente si sono fatti negli ultimi anni. Dal progetto “Job creation” curato finora da Padre Mario Da Silva, fino al Centro San Tommaso D’Aquino, destinato a fornire ai cristiani percorsi di formazione professionale. È necessario ora “stabilizzare quello che si è già fatto e incrementare ancora il possibile, procedendo passo dopo passo” ha detto ai presenti mons. Pizzaballa. Occorre quindi creare le condizioni perché il lavoro sia più sicuro e, per farlo, sarà necessario instaurare sinergie virtuose anche con le altre confessioni cristiane. Stabilire un tavolo di collaborazione e dialogo con tutte le associazioni cristiane, con cui attualmente c’è un’inspiegabile incomunicabilità, sarà l’obiettivo principale per il prossimo futuro.
All’incontro con i cristiani locali è seguita la messa per i bambini e l’accensione dell’albero di Natale che ha attirato l’attenzione di tantissimi curiosi, anche non cristiani. In un clima di festa, e per la gioia dei numerosi bimbi meravigliati dalla magica atmosfera intessuta di canti e musiche natalizie, mons. Pizzaballa ha chiuso gli eventi della giornata accendendo le luci del grande albero nel piazzale adiacente all’ingresso della chiesa.
Domenica 15 dicembre Il terzo ed ultimo giorno della visita pastorale a Gaza si è aperto con il Rosario e l’adorazione del Santissimo Sacramento. Alle 10.30 è invece iniziata la Santa Messa di Natale, in occasione della quale ci sono state anche diverse prime comunioni e cresime. La piccola comunità cattolica di Gaza si è stretta attorno al suo parroco per festeggiare il Santo Natale alla presenza del vescovo di Gerusalemme, appositamente venuto incontro ai suoi fedeli meno fortunati.
Oltre all’amministratore apostolico e al parroco, hanno partecipato alla Celebrazione anche mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario Patriarcale per Gerusalemme e Palestina, Padre Marcelo Gallardo, IVE, Padre Carlos Ferrero, IVE, Padre Mario Da Silva, IVE e Padre Yousef Assad, IVE. Nella sua omelia, mons. Pizzaballa ha riflettuto sull’evento storico della nascita di Gesù, tentando di trovare delle analogie col presente. Anche allora la gente di questa regione viveva difficoltà dal punto di vista politico, cosa è cambiato in questi duemila anni? Che cambiamento ha portato il mistero della venuta di Gesù nel mondo? “Il vero cambiamento siamo noi”. Un cambiamento che deve avvenire nel nostro cuore, coltivando un sogno, una speranza. “Spero che questo sogno che avete nel cuore possa realizzarsi con il Santo Natale” ha aggiunto. Per poi concludere: “A dispetto di tutti i problemi, divisioni e muri, siamo uniti nella preghiera, la chiesa di Gerusalemme è con voi!”.
Prima della fine della Messa, l’arcivescovo Pizzaballa ha dato la benedizione a una dozzina di studenti che frequentano l’ultimo anno di scuola superiore e si preparano ad affrontare il Tawjihi, l’equivalente del nostro esame di maturità.
Al termine della messa e a chiusura della visita pastorale, i bambini della parrocchia hanno intrattenuto i presenti con una rappresentazione sacra del presepe vivente, narrando simpaticamente gli episodi della nascita di Gesù narrati nei vangeli. Il viavai della corrente elettrica, fenomeno molto comune da queste parti, non è riuscito a rovinare la bella esibizione di questi bambini che, nella loro semplicità, sono stati testimonianza di gioia e speranza, impersonando e rendendo così tangibile il più autentico spirito natalizio.
Filippo De Grazia
Arrivo alla parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza e Saluti di benvenuto
Inaugurazione nuova parte del Caritas Jerusalem e del Centro San Tommaso d’Aquino. Visita alle famiglie cristiane di Gaza
Visita alla scuola delle Rosary Sisters
Pranzo con il personale della scuola latina e visita del museo
Incontro con giovani e famiglie; messa con i bambini
Messa di Natale e Rappresentazione sacra del presepe vivente