S.E. Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, in visita nella diocesi di Vittorio Veneto

Published: May 27 Mon, 2019

S.E. Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, in visita nella diocesi di Vittorio Veneto Available in the following languages:

VITTORIO VENETO – I primi due giorni di maggio 2019 sono stati memorabili per il Patriarcato Latino di Gerusalemme e per la diocesi di Vittorio Veneto. Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Ap. del Patriarcato, si è riallacciato a una lunga tradizione di cooperazione missionaria, unica nel suo genere, che unisce la diocesi veneta con la Chiesa Madre di Gerusalemme. Invitato dal vescovo diocesano, Mons. Corrado Pizziolo, nel quadro del Festival biblico annuo, Mons. Pizzaballa ha vissuto due giorni intensi di visite, celebrazioni, conferenze a Vittorio Veneto, Sacile, Oderzo con incontri anche a Santa Lucia di Piave, Rai, San Polo di Piave e Motta di Livenza. In questa prima parte, il nostro corrispondente riporta l’evento a Vittorio Veneto e Sacile.

1° maggio 2019: Vittorio Veneto e Sacile

Ospite del vescovo, Mons. Pizzaballa e il suo segretario personale sono stati accolti nella “Casa di spiritualità” adiacente al vecchio castello longobardo san Martino, residenza tradizionale del vescovo. Da quella collina si gode di un panorama magnifico che si stende su quasi tutta la diocesi nella pianura. Durante quel soggiorno gli ospiti erano accompagnati da Don Andrea dal Cin, coordinatore diocesano del Festival biblico, e da Don Gianluigi Papa, arciprete di Sacile.

La mattina del 1° maggio è stata interamente consacrata, su invito del rettore Don Luigino Zago, all’incontro con la comunità del seminario diocesano di Vittorio Veneto: visita, preghiera, conferenza, conversazione, agape. I 17 seminaristi maggiori di teologia e filosofia sono stati particolarmente interessati alle notizie della Palestina, Giordania e Israele, della Chiesa di Gerusalemme e del Seminario patriarcale di Beit Jala.

Il pomeriggio del 1o maggio è stato interamente consacrato a Sacile con un programma molto intenso. Data la solennità e la straordinarietà dell’evento, erano stati invitati anche i sacerdoti vittoriesi adesso incardinati nella diocesi di Gerusalemme: i vescovi Giacinto-Boulos Marcuzzo, Ilario Antoniazzi e Mons. Aldo Tolotto. P. Pietro Felet, segretario dell’Assemblea dei vescovi di Terra Santa, si è scusato per impegni concomitanti.

Conferimento della cittadinanza onoraria di Sacile

Alle ore 16:00, in municipio, nella sala del palazzo Ragazzoni, mons. Pierbattista Pizzaballa ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Sacile conferitagli dal Sindaco Carlo Spagnol, alla presenza del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e del presidente del Consiglio municipale, Laura Giust. Erano presenti autorità civili e militari, deputati e sottosegretari nazionali, tra questi l’on. Vania Gava, consiglieri comunali e cittadini, i vescovi G.Marcuzzo, I.Antoniazzi, Diego Causero, ex nunzio apostolico, Mons. Pietro Mazzarotto, Mons. Aldo Tolotto, Don Gianluigi Papa. Il sindaco ha ricordato, tra l’altro che è la terza volta che Sacile conferisce la cittadinanza onoraria al patriarca o arcivescovo di Gerusalemme, dopo il Patr. Michel Sabbah (1991) e dopo il Patr. Fouad Twal (2011). Nella sua parola di ringraziamento Mons. Pizzaballa ha affermato che “questo riconoscimento non fa che rafforzare i legami già forti e speciali tra le comunità delle diocesi di Vittorio Veneto e Gerusalemme”.

Festival biblico, conferenza sulla Polis: “Gerusalemme, vocazione e tentazioni”

Alle ore 17:00, nel teatro Ruffo la comunità ha assistito al motivo principale della visita dell’Amministratore Apostolico: le celebrazione del Festival biblico con una conferenza ufficiale Polis biblica e la presentazione, da parte di mons. Marcuzzo, del libro “Luci d’oriente”, redatto a cura di Mons. Pietro Mazzarotto, ospiti dell’arciprete-parroco di Sacile, Don Gianluigi Papa, con la coordinazione di Don Andrea Dal Cin e l’assistenza di Don Andra Santoro, vicario parrocchiale.

Nel teatro, stracolmo all’inverosimile, erano presenti, tra l’altro, il vescovo di Vittorio Veneto, Mons. Corrado Pizziolo, i vescovi Ovidio Poletto, emerito di Pordenone, Diego Causero, ex nunzio apostolico, Giacinto-B.Marcuzzo, Ilario Antoniazzi, Mons. Martino Zagonel, vicario generale di V.V., Mons. Aldo Tolotto, Don Gianluigi Papa e alcuni sacerdoti, alcune religiose, autorità civili e militari, un buon numero di famigliari dei sacerdoti vittoriesi missionari, e moltissimi fedeli della città e della diocesi, tra i quali si potevano riconoscere molti pellegrini in Terra Santa. La presentazione generale e competente, naturalmente, era assicurata dal referente diocesano, Don Andrea Dal Cin.

La conferenza di Mons. Pizzaballa verteva sul tema biblico che quest’anno era la “Polis-la città”, come luogo e spazio dove si vive la parola di Dio, e il cui titolo più specifico era: “Alle tue porte Gerusalemme: vocazioni e tentazioni di una città visitata da Dio”. In modo magistrale Mons. Pizzaballa, già studioso biblico, ha trattato il tema partendo dai due poli della Bibbia e della situazione attuale: la città di Caino e la Gerusalemme celeste, destino della Gerusalemme terrestre, e la situazione conflittuale odierna. La vocazione di Gerusalemme è eminentemente universale e dunque la sua tentazione più grave è l’unilateralità e l’esclusivismo. La comunità Madre di Gerusalemme continua questa missione di riconciliazione ed di unità tra Ebrei, Cristiani e Musulmani.

Presentazione del libro “Luci d’oriente”

Quasi come continuazione logica e naturale della conferenza, sempre nella grande sala gremita al massimo, viene presentata una nuova pubblicazione di un esperienza “unica” nella comunione missionaria della Chiesa: “Luci d’oriente. Dalla diocesi di Vittorio Veneto alla diocesi di Gesù”, a cura di Mons. Pietro Mazzarotto, presentato da Mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo. Questi, attuale vescovo ausiliare di Gerusalemme e Vicario Patriarcale per la Palestina, essendo coinvolto nel racconto della pubblicazione e sulla base del principio “Nemo est judex in causa sua”, avrebbe preferito personalmente un altro presentatore. Ma gli organizzatori hanno insistito per sentire una voce che potesse aiutare il lettore ad apprezzare meglio, come dall’interno, il contenuto e a completare le inevitabili lacune di queste pubblicazioni, certo validissime, ma basate in gran parte sulle carte d’archivio, su un lavoro d’ufficio.

“Luci d’oriente” è la sintesi storica di un’esperienza missionaria, che possiamo qualificare di “unica”, della diocesi di Vittorio Veneto con il Patriarcato Latino di Gerusalemme. E’ una raccolta accurata e zelante di ricordi, informazioni e esperienze varie su quei seminaristi vittoriesi (almeno una quindicina) che partirono dalla diocesi di Vittorio Veneto, a diverse età ma tutti giovani, esattamente dalla “Scuola Apostolica del Sacro Cuore” negli anni trenta e dall’ “Istituto Missionario S. Pio X” di Oderzo negli anni sessanta, continuarono la preparazione al sacerdozio nel seminario patriarcale latino di Gerusalemme a Beit Jala, s’incardinarono in quel Patriarcato e lavorarono, e alcuni ci lavorano ancora, instancabilmente e felicemente  per tutta la loro vita nelle diverse missioni della Terra Santa, cioè di Palestina, Giordania e Israele.

La presentazione di Mons. Marcuzzo è consistita in due parti: una piuttosto interna al libro, storica e pratica sul contenuto vero e proprio della pubblicazione, mentre l’altra dal tono più concettuale, meditativo e riflessivo, su come capire meglio certe informazioni che possono sembrare curiose e persino indecifrabili. Nella prima esposizione, si presenta il contesto della fondazione dei due istituti a scopo missionario a Oderzo, si ricordano nomi, date, corrispondenza, foto (molte) di ciascuno e di tutti quei sacerdoti; si raccontano i viaggi, i pellegrinaggi e certi momenti importanti come le ordinazioni sacerdotali. Vengono menzionati, sempre nel contesto di questa comunione e scambio missionari, anche le diverse visite dei Patriarchi di Gerusalemme a Vittorio Veneto, a partire da quella di mons. Luigi Barlassina nel 1934 fino a quella di mons. Fouad Twal del 2011, passando per quelle di Mons. Giacomo Beltritti nel 1975 e quattro visite di Mons. Michel Sabbah (1988, 1991,1992 e 2008). Si fa naturalmente cenno anche alle iniziative collegate o collaterali alla missione in Terra Santa, come le adozioni di seminaristi, il volontariato di laici, la nascita del Centro Studi Biblici di Sacile, l’aiuto pastorale di sacerdoti della Terra Santa in alcune parrocchie per le grandi feste, ecc. Nella sua terza parte, la pubblicazione è completata con tre testimonianze preziose di Aldo Tolotto (sulla formazione negli anni 60 e 70 nel Seminario patriarcale latino di Gerusalemme), di Renzo Piccolo (su ricordi, osservazioni e prospettive: un ‘pezzo’ di vita in Terra Santa) e di Giacinto Feletto sulla storia di Farîd, (nome emblematico dell’esperienza tipica e ‘unica’ di uno di quei giovani), dalla famiglia e dalla parrocchia fino alla Terra Santa passando per Oderzo.

Nella seconda parte dell’esposizione del suo intervento, più riflessiva, pastorale e teologico-storica, Mons. Marcuzzo si chiede alcune questioni sulla Chiesa che manda questi giovani e sulla Chiesa che accoglie questa esperienza, e cerca di rispondervi.  Il terminus a quo: come, in chi e perché nasce nella diocesi di Vittorio Veneto, in quel tempo ben preciso, questo slancio missionario in questo modo così speciale che precedette persino alcune intuizioni del Concilio Vaticano II? Il terminus ad quem: come fu l’accoglienza di questi giovani nella Chiesa Madre di Gerusalemme e il loro inserimento linguistico, culturale, sociale e la loro inculturazione in un contesto storico difficilissimo, spesso di guerre e violenza?

Mons. Marcuzzo diede delle risposte facendo, per esempio, una bella carrellata di documenti e atti della Chiesa del secolo scorso che indicano rinnovati modelli della missione, come la presa di distanza della missione dal colonialismo, la creazione dei missionari fidei donum, la necessità dell’inculturazione nella formazione del missionario, l’emergere dei missionari laici, l’incremento dell’idea che è pur sempre la Chiesa-Comunità, non tanto l’individuo o l’istituto, che evangelizza, ecc.  Dimostrò poi, sempre a partire dal libro, come quel modello riuscì in modo mirabile e sfociò in ottime realizzazioni e testimonianze di comunione missionaria. Naturalmente, non si accontentò di nominare solo gli aspetti positivi, che sono veramente molti e meravigliosi, e non si nascose dietro un linguaggio diplomatico e certe convenienze “politicamente corrette”, ma affrontò anche certe questioni missionarie, antropologiche e ecclesiali spinose, interne ed esterne, personali e comunitarie di quella esperienza. Come quelle relative alla creazioni delle due nuove strutture a Oderzo per raccogliere giovani vocazioni missionarie, e poi quelle del pericolo della ‘latinizzazione’ cioè della missione e del rispetto per riti orientali, e come coniugare missione e coesistenza pacifica con ebrei e musulmani.

A chi il merito fondamentale?

Infine, Mons. Marcuzzo si sentì in dovere di soffermarsi sull’attribuzione del merito di quell’impresa apostolica, oltre ai meriti personali di quei bravi giovani stessi. La risposta è chiara: alla parrocchie e alla diocesi per la loro formazione pastorale profonda e sicura di quei giovani, alle famiglie per la loro maturità di fede, e soprattutto alla memoria dell’indimenticabile e grande sacerdote dall’animo missionario, Mons. Domenico Visintin, parroco-abate di Oderzo dal 1919 al 1964, promotore di vocazioni missionarie per la Terra Santa e l’America del Sud, fondatore della Scuola Apostolica del Sacro Cuore e dell’Istituto Missionario San Pio X.  Il merito va anche e finalmente a colui che, in diocesi, può essere considerato come l’erede spirituale e reale del patrimonio missionario di Mons. D. Visintin, cioè il curatore stesso di questa pubblicazione, Mons. Pietro Mazzarotto.

Da qui l’augurio e la speranza che questa fiamma ardente non si spenga in diocesi. In fondo è lo scopo finale e globale di questo “Luci d’oriente”: nonostante la scarsità di vocazioni religiose e sacerdotali e a partire dall’esperienza del passato, questo libro vorrebbe invitare la diocesi, le parrocchie e le famiglie a diventare quel seme fecondo gettato sul buon terreno, quella radice fruttifera d’amore per la Chiesa Madre di Gerusalemme e quella sorgente zampillante in diverse espressioni missionarie. E’ la visione trascinante e coinvolgente, sostiene sempre Mons. Marcuzzo, di Mons. Pietro Mazzarotto che, nonostante i suoi bei 92 anni, trova il coraggio, incoraggiato da Don Mirco Miotto, aiutato dalla Sig.ra Graziana Modolo e altri collaboratori, di raccogliere tutti i frammenti della memoria e redigere questa pubblicazione d’esperienza passata, di vita presente e di visione futura.

Frutti e possibilità di nuove modalità missionarie in Terra Santa.

Gli organizzatori han visto opportuno di non limitarsi al passato, appunto, ma di guardare al presente e al futuro. Al termine della presentazione del libro si ritenne opportuno dare brevemente la parola anche al giovane sacerdote giordano D. Joseph Sweiss che si espresse in inglese, tradotto dal giovane Daniele Bolpet. D. Joseph ha studiato a Beit Jala, dove prestarono servizio anche altri volontari di Sacile (come la Sig.ra Anita Crasnich che, tra l’altro, sostenne anche l’Istituto musicale Magnificat), venne adottato per gli studi e la formazione dalla parrocchia di Sacile, per interessamento di Mons. P. Mazzarotto e Mons. G. De Nardo, allora parroco di Sacile (si potrebbe fare l’esempio anche dell’adozione della Sig.ra Gigliola Marcandella). Ordinato sacerdote nel 1917, Don Joseph è attualmente il segretario personale dell’Amministratore Apostolico di Gerusalemme. La sua partecipazione al Festival e la sua parola avevano come scopo di mostrare uno dei frutti di quella esperienza e anche di mettere in evidenza come la missione sia capace di rinnovarsi e, oltre alle forme classiche, altre modalità di comunione missionaria e di scambi pastorali potevano presentarsi valide: le adozioni, il volontariato, i pellegrinaggi ecc.

Solenne pontificale nel duomo San Nicolò

Il programma a Sacile non poteva ritenersi completo senza una solenne santa messa al duomo presieduta da Mons. Pierbattista Pizzaballa, concelebrata da Mons. Corrado Pizziolo, da tutti i vescovi già menzionati e da un buon numero di sacerdoti diocesani e religiosi. Il duomo era ben gremito, nonostante l’occasione poco incoraggiante della data, e l’animazione liturgica di Don Mirco Miotto, dei ministranti, della confraternita del Santissimo Sacramento e del coro parrocchiale è stata ottima e molto apprezzata. Non mancavano, come di consueto per queste occasioni, i Cavalieri del S. Sepolcro di Gerusalemme della zona. L’omelia dell’arcivescovo, pur allontanandosi un po’ dalla festa liturgica del giorno, è stata molto biblica, pastorale e d’attualità. Facendo riferimento alla conferenza su Gerusalemme e al contenuto del libro “Luci d’oriente”, ha espresso tutto il suo compiacimento nel verificare in concreto persone, luoghi e fatti che hanno prodotto questa meravigliosa comunione missionaria tra le due Comunità di Gerusalemme e di Vittorio Veneto e ha generato questo vincolo speciale tra la Terra Santa e il Centro biblico di Sacile. E si è augurato che questo legame ecclesiale persista, seppur in modi rinnovati e diversi.

La santa messa è stata, comunque, l’occasione per prendere un contatto personale e diretto con molti fedeli e sacerdoti, e anche per riconoscere soprattutto qualche pellegrino e volontario. Contatti, amicizie e riconoscimenti che si sono proseguiti dopo la messa nel ricevimento fraterno organizzato nella sede del Centro biblico.

Une giornata così intensa e carica di significati, si dicevano i partecipanti, non si potrà dimenticare. Rimarrà una pietra miliare, un segno e una luce nel cammino storico, fruttuoso e costruttivo delle due Comunità.

Dal nostro corrispondente LPJ in Italia

(La seconda parte dell’articolo, sulla visita a Oderzo e dintorni, sarà pubblicata prossimamente).