GERUSALEMME – Mercoledì 16 gennaio 2019, l’Ecole Biblique et Archéologique de Jérusalem ha ospitato la tradizionale conferenza tenuta da padre Frans Bouwen, M.Afr. prima della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Il Padre Bianco, esperto di Chiese orientali e di dialogo con le Chiese cristiane orientali, ha presentato le novità ecumeniche del 2018 ai fedeli e ai religiosi di Gerusalemme, che si incontreranno da sabato per vivere un momento di comunione attraverso le celebrazioni quotidiane.
La Settimana dell’Unità è un evento molto importante a Gerusalemme, la presenza delle diverse chiese cristiane incoraggia ad accogliersi a vicenda ogni giorno per condividere un momento di preghiera. Queste celebrazioni attirano molti fedeli e alcuni di loro sono anche pellegrini che vengono nella Città Santa specialmente per partecipare a questa Settimana particolare.
Ogni anno, in questa occasione, la Commissione per il dialogo ecumenico propone un convegno sulla situazione ecumenica degli ultimi mesi, sì da invitare i fedeli a pregare con la conoscenza del cammino fatto e a camminare per vivere l’unità. È il presidente di questa commissione episcopale, padre Frans Bouwen, che ha il compito di dare le notizie più recenti di questi percorsi di incontro tra le diverse Chiese. Padre Frans Bouwen, Missionario d’ Africa e membro della Commissione congiunta per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, ha una conoscenza molto profonda delle Chiese orientali. Tuttavia, padre Frans all’inizio della conferenza non ha mancato di sottolineare che la sua presentazione sarebbe stata necessariamente condotta da un punto di vista soggettivo, quella di un teologo cattolico residente a Gerusalemme.
Bari: un evento ricco di significato
Prima di passare in rassegna i progressi dei dialoghi che la Chiesa cattolica ha intrapreso con le altre Chiese cristiane, padre Frans ha voluto ricordare l’incontro organizzato a Bari il 7 luglio, su iniziativa di Papa Francesco. Il Santo Padre, che manifesta regolarmente la sua profonda solidarietà con i cristiani orientali, a volte vittime di situazioni politiche molto instabili, ha invitato i capi delle Chiese cristiane del Medio Oriente a riunirsi a pregare insieme per la pace; vi hanno partecipato diciannove responsabili ecclesiali o loro rappresentanti. Per Padre Frans, questo incontro è stato molto significativo: “La scelta di Bari e il patrocinio di San Nicola, l’accensione di una lampada ad olio, l’idea di un incontro chiuso sotto forma di tavola rotonda dove ognuno poteva esprimere liberamente le proprie preoccupazioni, tutto questo è stato molto significativo. “Quello di Bari è stato un incontro in cui il protocollo è stato ridotto al minimo, ma ha lasciato il posto ad un dialogo reale”, ha concluso Frans Bouwen, suggerendo che potrebbe essere descritto in un certo senso come una forma di esercizio della sinodalità.
Riunioni… e conflitti nel 2018
Dopo aver ricordato l’incontro di Bari, il padre bianco ha fatto il punto sullo stato dei rapporti tra le diverse Chiese. Infatti, da diversi anni ormai, queste si incontrano regolarmente e la Chiesa cattolica ha mantenuto un dialogo con la maggior parte di loro. La presentazione comunque non completa di padre Frans ha cercato di evidenziare alcuni fatti chiave.
Teologi ortodossi e cattolici si incontrano regolarmente e cercano di andare avanti sul tema del primato e della collegialità. Allo stesso modo, vengono effettuate visite di scambio tra Roma e Mosca per gli studenti di teologia che trascorrono quindici giorni alla scoperta del funzionamento e del pensiero dell’altra Chiesa. C’è da sperare che questi incontri possano aiutare a superare la riluttanza a lavorare ecumenicamente, ancora abbastanza diffusa nella Chiesa di Mosca, così che si possa iniziare a parlare di “collaborazione”.
Con le Chiese ortodosse pre-calcedoniane, separatesi dopo il Concilio di Calcedonia del 451 e comunemente chiamate Chiese ortodosse orientali, il dialogo è buono. Dal 2004 si riunisce ogni anno una Commissione Internazionale Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali, lavorando in particolare sui sacramenti. Le relazioni annuali rivelano un “profondo consenso”.
Il dialogo con la Chiesa assira, iniziato nel 1994, non sempre è stato semplice ma è ripreso bene dal 2016. Lo scorso novembre, il patriarca Mar Gewargis III e Papa Francesco si sono incontrati in Vaticano e hanno firmato insieme una dichiarazione congiunta.
Cattolici e anglicani, nonostante la questione dell’ordinazione delle donne, che rimane un punto inconciliabile, continuano a camminare insieme e a confrontarsi su ciò che ciascuna Chiesa può portare all’altra.
Padre Frans ha ricordato anche un altro evento del 2018 che ha favorito la volontà delle Chiese di riunirsi: la visita di Papa Francesco al Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC) lo scorso giugno in occasione del 70° anniversario dell’organizzazione. Questo ente include un gran numero di Chiese della Riforma, e anche tutte le Chiese ortodosse, ma naturalmente non la Chiesa Cattolica. Papa Francesco, tuttavia, si è recato a Ginevra, presso la sede del WCC per rinnovare la sua comunione in questa celebrazione. In questa occasione, ha riaffermato la volontà della Chiesa cattolica di continuare la stretta collaborazione con il WCC. Per il Santo Padre, è stato un bel momento di incontro e di scambio, soprattutto sulla questione dei giovani, tema che coinvolge tutte le Chiese.
Nonostante queste aree di intesa, Padre Frans ha ricordato che l’ultimo semestre è stato contraddistinto dalla nascita di una nuova Chiesa ortodossa autocefala in Ucraina. Se l’autocefalia è stata concessa dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, non è assolutamente accettata dalla Chiesa ortodossa di Mosca, che vede questa decisione come un motivo ulteriore per rompere con Costantinopoli.
“Questa situazione complicherà l’incontro dei responsabili ecclesiastici, così come il lavoro della Commissione internazionale per il dialogo teologico”, ha spiegato l’oratore. ” In effetti, ogni incontro tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa è co-presieduto da un rappresentante del Patriarca Bartolomeo I, cosa che implica la volontà della Chiesa di Mosca di non partecipare più”. Ma, ci si chiede: “come possiamo procedere in un cammino comune senza la partecipazione di questa grande Chiesa?”. I teologi da parte loro continuano ad andare avanti ma il loro lavoro, per essere significativo, deve essere convalidato dai Patriarchi e dal loro Sinodo….. Una questione che rimarrà quindi in sospeso per qualche tempo.
Che dire dell’ecumenismo in Medio Oriente e a Gerusalemme?
Nella seconda parte, padre Frans si è concentrato su quanto sta accadendo in Medio Oriente e a Gerusalemme. “Il Medio Oriente in generale e Gerusalemme in particolare è una terra dove l’ecumenismo è vissuto quotidianamente”, ha ricordato. I cristiani, infatti, non creano un confine tra le diverse Chiese nella loro vita quotidiana. Nonostante questo, il dialogo non è così semplice quando si svolge ai livelli di leadership ecclesiastica, dove c’è ancora molta strada da fare per poter parlare di unità….. Una questione che rimarrà quindi in sospeso per qualche tempo.
A tal fine, negli ultimi anni è stato rilanciato il “Middle East Council of Churches”, di cui le Chiese cattoliche del Medio Oriente sono membri a pieno titolo. L’attuale Segretario Generale è una donna – un fatto notevole in Oriente – la libanese cattolica, signora Souraya Bechealany. La sua posizione le ha consentito di essere l’unica donna laica a partecipare al Meeting della Pace di Bari e anche nell’incontro a porte chiuse con i responsabili ecclesiastici o i loro rappresentanti.
A Gerusalemme, le Chiese si conoscono bene, si incontrano regolarmente e dimostrano sempre la loro reciproca solidarietà nel proteggersi da alcune leggi israeliane (nuova tassazione, gestione della proprietà, Legge Fondamentale sullo Stato nazionale)
La Commissione episcopale per il dialogo ecumenico – di cui padre Frans è presidente – analizza la situazione locale: per i fedeli del posto, l’ecumenismo non è una questione di particolare rilevanza perché lo vivono senza porsi altre domande. I matrimoni misti sono frequenti, così come la pratica domenicale mista. Tuttavia, il dialogo tra chierici a livello parrocchiale rimane spesso complesso, a volte perfettamente consolidato come a Ramallah, ma talvolta anche del tutto inesistente. Quindi c’è una lunga strada da percorrere…
Tra le domande emerse dalla discussione con i partecipanti alla conferenza, una riguardava il ruolo dei comuni fedeli nel contribuire secondo le loro possibilità a questo cammino di dialogo. Padre Frans ha sottolineato la necessità di incontrare l’altro, di stringere amicizie e, se possibile, di pregare insieme senza bistrattare le regole e le abitudini dell’altro.
Lo stesso giorno a Roma, il Papa si è rivolto ai fedeli presenti all’udienza settimanale e li ha esortati a intraprendere questa strada di dialogo con le altre chiese cristiane. “L’ecumenismo non è una cosa facoltativa”, ha ricordato alla folla che era venuta ad ascoltarlo. Una convinzione condivisa da padre Frans e dagli ascoltatori della conferenza ma forse da condividere ancora di più…
Cécile Klos