Riflessioni di Natale di Sami El-Yousef, amministratore delegato del Patriarcato latino
L’anno passato al Patriarcato latino è stato un anno entusiasmante, giacché abbiamo fatto progressi verso la stabilità amministrativa e finanziaria. Molti problemi sono stati risolti, mentre molti altri rimangono. La sfida importante è quella di continuare ad andare avanti per garantire che i tre settori principali del nostro lavoro, il sostegno umanitario, le attività pastorali e il settore educativo, rimangano focalizzati sugli obiettivi e, man mano che vengono pianificati nuovi programmi, le esigenze delle nostre diverse comunità siano prese in considerazione. In questo modo, l’attenzione continuerà a porre meno l’accento sui progetti infrastrutturali e più sui programmi che sostengono le pietre vive.
Nell’area umanitaria, i quattro programmi chiave di assistenza sociale, emergenze mediche, medicinali e sostegno educativo sono stati affiancati da ulteriori programmi di assistenza destinati a tre gruppi specifici: rifugiati iracheni in Giordania, giovani disoccupati a Gaza e famiglie emarginate a Gerusalemme Est. Attraverso questi fondi, centinaia di famiglie sono state sostenute, anche se temporaneamente, per rendere possibile, in alcuni casi, una vita dignitosa. Sono in fase di progettazione nuovi programmi che si rivolgono ai casi sociali cronici per iscriverli a programmi di potenziamento in modo da aiutarli a mantenersi in piedi da soli in futuro. Solo durante gli incontri e le visite sul campo per valutare l’impatto dei nostri programmi umanitari e parlare con i beneficiari, si capisce veramente cosa significhi tale sostegno per queste famiglie. Le parole non possono veramente esprimere le concrete esperienze di cambiamento testimoniate a seguito di questo sostegno.
L’altra area che nel corso dell’anno è stata ulteriormente valorizzata è quella dell’espansione dell’attività pastorale per rafforzare la fede tra le diverse fasce d’età. Questo ha compreso un ampliamento delle attività dei campi estivi così da includere visite sul campo nei luoghi santi; un incremento delle attività della scuola di domenica; un maggiore sostegno alle truppe scout; la partecipazione alle principali feste a Gerusalemme, Betlemme e Rafat; la fornitura di giochi educativi e risorse in varie lingue, compreso l’ebraico; l’incoraggiamento di un maggiore uso dei social media per raggiungere le giovani generazioni; l’espansione delle attività con le comunità migranti sia in Israele che in Giordania; il sostegno al lavoro della cappellania giovanile e la predisposizione di piani mirati ad estendere il mandato anche a Israele; e la ristorazione ai ministeri delle carceri. Devo ammettere che questi importanti ampliamenti del lavoro sono stati fatti con risorse molto limitate e incoraggiando lo spirito di volontariato. Tuttavia, la raccolta di fondi per questo lavoro continua ad essere prioritaria a dispetto dei notevoli ostacoli incontrati, specialmente per quanto riguarda le restrizioni dei donatori che in questo particolare settore sono numerose. Nonostante gli ostacoli, si prevede di continuare a stanziare maggiori risorse per ampliare ulteriormente il nostro lavoro nel 2020.
Per quanto riguarda il settore educativo, le normali attività nelle 45 scuole e 34 asili sono proseguite a pieno ritmo: oltre 1.550 dipendenti lavorano ogni giorno al servizio di oltre 18.500 studenti. Durante l’anno sono stati inaugurati altri asili nido, tra cui quelli di Giaffa di Nazareth, della Sacra Famiglia a Gaza e il nuovo asilo Hashimi in Giordania. La rete delle scuole si è anche ampliata con l’inserimento di due nuove strutture in Israele, quelle delle suore di Nazareth ad Haifa e Shefamr che sono state trasferite al Patriarcato Latino, data la mancanza di nuove vocazioni all’interno della congregazione delle suore. Inoltre, la riconversione quotidiana di 12 strutture del Patriarcato in Giordania in scuole che offrono corsi pomeridiani ai rifugiati siriani e iracheni è davvero uno sviluppo commovente, in quanto, nonostante le loro difficili condizioni di vita, da 3.000 a 4.000 studenti rifugiati, esclusi e marginalizzati, ricevono un’istruzione di prima qualità.
Nel corso dell’anno sono stati portati avanti oltre 88 progetti sia nuovi che già in corso. Il più grande è certamente la costruzione della chiesa di Jubeiha, in Giordania, la cui inaugurazione è prevista per la primavera del 2020. Molti piccoli progetti sono stati completati, mentre altri stanno progredendo per garantire migliori infrastrutture e servizi alle migliaia di beneficiari a noi affidati. Mentre andiamo avanti, l’attenzione continuerà a concentrarsi sull’istruzione, il sostegno umanitario e le attività pastorali, con particolare attenzione alle pietre vive.
Mentre ci avviciniamo al periodo natalizio, a noi, cristiani locali che chiamiamo “casa” la Terra Santa, viene ricordato ancora una volta il pesante fardello della responsabilità di essere nati qui. Non solo è un grande privilegio e onore, ma certamente una grande testimonianza della vita del nostro Salvatore, che non ha condotto lui stesso una vita facile. Se ci sono lezioni da imparare, è il fatto che la vita in Terra Santa ha raramente testimoniato la vera pace politica, ma quelli di noi che vivono qui, comprendendo il vero significato della pace interiore si sperimenta sapendo che i luoghi più santi del mondo della fede cristiana sono a pochi minuti da casa. Così, nonostante tutta l’instabilità politica in Israele, la mancanza di libertà e giustizia in Palestina e la mancanza di stabilità economica in Giordania, la Chiesa continua ad andare avanti nelle sue varie opere per essere quell’icona di stabilità nella vita delle comunità cristiane, al di là delle realtà esistenti.
In conclusione permettetemi di estendere la nostra gratitudine e apprezzamento ai nostri generosi donatori in tutto il mondo, ma in modo molto specifico a tutti i membri dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme per il loro generoso sostegno morale e finanziario senza il quale il nostro lavoro non sarebbe possibile. Colgo l’occasione per estendere a voi, alle vostre famiglie e ai vostri amici un Buon Natale con i nostri migliori auguri per il nuovo anno. Possa il 2020 portare pace e giustizia alla nostra tormentata terra. Ricordateci nelle vostre preghiere.
Cordialmente,
Sami El-Yousef
Amministratore Delegato
Gerusalemme, 9 dicembre 2019