Dopo un anno di pausa “per COVID”, le parrocchie del Patriarcato latino organizzano i campi estivi

By: Layal Hazboun/ lpj.org - Published: September 29 Wed, 2021

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TERRA SANTA - Dopo un anno di interruzione a causa dell'epidemia di Coronavirus in Terra Santa, quest'anno, grazie al sostegno del Patriarcato Latino, le parrocchie diocesane di Gerusalemme, Cisgiordania e Striscia di Gaza hanno organizzato campi estivi per i ragazzi, rispettando le opportune misure di prevenzione.

A Jifna, dal 2 luglio all'8 agosto, la parrocchia di San Giuseppe quest'anno ha organizzato un campo estivo dal titolo "Gesù mi ama", per bambini e ragazzi a partire dalla scuola materna fino ai 13 anni. Quest'anno, il campo era ispirato ai testi biblici che parlano dell’amore del Signore per i suoi figli. Comprendeva varie attività come musica, danze (Dabkeh, Zumba), cucina, lezioni di kung-fu e produzione di oggetti artigianali in argilla e mosaico. Durante il campo sono stati organizzati anche un incontro sul bullismo e uno sull'amore, nonché gite settimanali in piscina.

Al termine del campo, preparato da don Johnny Bahbah, parroco di Jifna, e dal diacono Malek Hijazeen con l'aiuto di sette giovani volontari, è stata organizzata una cerimonia di chiusura nel villaggio per mostrare tutte le abilità acquisite dai bambini durante le giornate vissute al campo.

Don Johnny Bahbah ha dichiarato: “Quest'anno, il campo ha visto una partecipazione notevole, i bambini presenti, infatti, erano 117, rispetto ai 94 di due anni fa. Alcuni genitori hanno iscritto per la prima volta i propri figli al campo estivo quest'anno, per incoraggiarli a lasciare la casa e scaricare la tensione accumulata durante il periodo di lockdown. Quest'anno avevo proprio voglia di tornare in Chiesa dopo un anno di inattività». Ha aggiunto: “È necessario che i bambini ritornino alla Chiesa e ne apprendano gli insegnamenti, per sentirne la presenza nella loro vita, la propria vicinanza alla fede e la necessità di essere perseveranti in questa terra che ha bisogno di loro”.

Nella parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, il vicario parrocchiale don Yousef Asa'ad, con l'aiuto delle Suore del Verbo Incarnato e diversi volontari, ha organizzato campi estivi per bambini e giovani dai 3 ai 16 anni, dal 28 aprile al 30 luglio. Il numero dei bambiniche hanno partecipato variava tra 150 e 200, nonostante il timore dei genitori e degli organizzatori del campo per la diffusione del virus nella Striscia, sempre sotto assedio e con pochissime risorse e forniture mediche. Gli organizzatori si sono assicurati che i bambini tenessero le loro mascherine, cambiandole ogni tre ore, e mantenendo la distanza di sicurezza.

Il campo intitolato "Lasciate che i bambini vengano a me", si è concentrato sulla necessità di partecipare alla Messa e alle catechesi per poter crescere spiritualmente, aiutando i bambini a memorizzare versetti della Bibbia, a imparare nuovi canti e a svolgere varie attività come Dabkeh, artigianato, calcio, basket, tra le altre cose. E per coinvolgere i bambini, oltre alle uscite settimanali in piscina, sono stati organizzati concorsi e distribuiti premi alla fine di ogni giornata.

La signora Nisreen Anton, General Projects Manager della parrocchia Sacra Famiglia a Gaza, ha spiegato che “l'importanza dei campi estivi di quest'anno nasce dalla necessità di sostenere i bambini e aiutarli a liberare le proprie energie, attraverso attività religiose, sportive e ricreative, soprattutto in seguito allo diffusione del virus e alla recente ennesima fase di guerra a Gaza, che ha avuto un impatto psicologico molto negativo, sia sui bambini che sugli organizzatori del campo”.

Dal Vicariato St. James per la Comunità Ebraica, quest'anno è stato organizzato un campo estivo per i ragazzi più grandi, a causa della complessità delle procedure di sicurezza imposte dal governo israeliano ai bambini, come per esempio la richiesta di effettuare test ogni due giorni. Circa 100 bambini di Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv hanno partecipato al campo organizzato quest'anno a Deir Rafat, dal 9 al 13 agosto.

Il campo di quest'anno dal titolo "Ruth" prevedeva attività come danza, canto, recitazione, allestimento di scenografie e realizzazione di costumi oltre a conferenze religiose sul Libro di Ruth. Questo libro è stato scelto specificamente nel tentativo di avvicinare le storie del Libro Sacro alla vita dei ragazzi e dei giovani di lingua ebraica, la maggior parte dei quali proviene da famiglie di migranti, poiché anche Ruth era una migrante. Alla fine del campo, i ragazzi hanno dato vita ad un musical ispirato al Libro di Ruth, con musiche tratte dallo spettacolo realizzato dai giovani di lingua ebraica durante il loro viaggio in Austria in collaborazione con l'organizzazione austriaca KISI (God’s Singing Kids) e sovvenzionato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea.

“L'importanza dei campi estivi per i ragazzi del Vicariato St. James è notevole perché vivono in un contesto totalmente ebraico e non incontrano molti cristiani”, dice Dimitry, membro della comunità cattolica di lingua ebraica. “Ecco perché questa esperienza è necessaria per loro, poiché si radunano da tutto il Paese per conoscersi e parlare della nostra comune fede cristiana. È un modo per dire loro che non sono soli, che appartengono a Qualcuno e ad un Luogo e ne sono parte integrante. È anche un'occasione per conoscere meglio la propria fede e la Chiesa. È nutrimento per le loro anime per tutto il resto dell'anno”.

La Segreteria Generale della “Youth of Jesus’ Homeland” in Palestina, aveva allestito due campi estivi per i giovani lavoratori e universitari presso il Monastero di Cremisan a Beit Jala. Il campo di 4 giorni per il Gruppo dei Lavoratori si intitolava “Halla La Wain” (E ora dove andiamo?), con la partecipazione di più di 70 giovani e ragazze di tutte le parrocchie della Terra Santa. Durante il campo si sono tenute diverse conferenze, tra le quali "La nostra storia in Palestina" e "Ribelle e cristiano". Sono stati inoltre discussi vari argomenti come l'aborto, i rapporti sessuali prematrimoniali, “l’utero in affitto”, l'impianto di embrioni e la teoria del gender, l'eutanasia, la donazione degli organi, il bullismo, la competizione, il pettegolezzo e la pigrizia, dividendo i partecipanti in diversi gruppi.

Il campo del Gruppo Universitario invece si intitolava “La mia Fede x7 - Sono un credente e un discepolo”. Ha trattato vari argomenti, incentrati sui sette sacramenti, tra cui “Il matrimonio e la famiglia cristiana”, “Il sacerdote e l'Eucaristia”, oltre al sacramento della confessione, e una breve commedia dal titolo “Risveglio”. I due campi estivi prevedevano anche vari giochi agonistici e ricreativi.

La maggior parte delle parrocchie del Patriarcato Latino organizza ogni anno campi estivi, al fine di offrire ai bambini e ai giovani l'opportunità di sperimentare e scoprire interessi nuovi o emergenti e di concentrarsi su abilità e temi specifici che possono venire ignorati o trascurati durante l’anno scolastico. I programmi estivi consentono ai bambini e ai giovani di cimentarsi in varie attività e fare esperienza di teatro, arte, religione, musica, volontariato, servizi sociali e comunitari. Più di 6.000 bambini e giovani delle varie parrocchie partecipano ai campi estivi annuali guidati da sacerdoti ed educatori laici.

Jifna

Gaza

Vicariato St. James

The Youth of Jesus’ Homeland in Palestina - giovani lavoratori

The Youth of Jesus’ Homeland in Palestine - giovani universitari