EIN KAREM – Il gruppo di giovani tra i 18 e i 25 anni del Vicariato “San Giacomo”, denominati «Fiori del deserto», si è riunito il 16 e il 17 marzo 2018 per un periodo di ritiro nel santuario di Saint Jean du Désert. Ventiquattro ore trascorse insieme per “fare il pieno” di fede speranza e carità, prima di ritornare nei loro ambienti in cui il nome di Gesù a volte tenuto come un tesoro nascosto nel loro cuore.
Venerdì 16 e sabato 17 marzo, una dozzina di giovani del Vicariato “San Giacomo”, per i cattolici di lingua ebraica, sono arrivati coi i loro zaini in spalla nel bellissimo santuario francescano di Saint Jean du Désert, vicino a Ein Karem. Diverse volte l’anno, Benedetto Di Bitonto seminarista per il Vicariato “San Giacomo” e padre Apolinary Szwed, OFM, cappellano della comunità di lingua ebraica a Giaffa, accompagnano questo gruppo per un fine settimana di riflessione e di condivisione.
Punti salienti per pregare e condividere
Essi provengono da tutto Israele – Beer Sheva, Tel Aviv, Haifa, Tiberiade e Gerusalemme – e sono studenti o giovani professionisti. Le loro famiglie hanno storie che si legano a Israele in modo molto diverso, ma hanno due cose in comune: sono giovani (tra i 18 e i 25 anni) e Cristo è entrato nella loro vita e li guida.
È già da diversi anni che i giovani adulti del Vicariato “San Giacomo”, che sono all’origine della creazione del gruppo di «Fiori del deserto» , si trovano a condividere e crescere nella fede. Quest’anno, stanno concentrando la loro meditazione e il loro cammino in comunione sul testo dei Dieci Comandamenti, considerandolo come una bussola. Stanno anche progettando di fare un soggiorno a Lourdes per servire gli ammalati.
Ciascuno degli incontri dura un fine settimana ed è organizzato più o meno allo stesso modo: un tempo di scambio in cui ciascun giovane parla della sua esperienza e dove i giovani condividono uno dei Comandamenti scelto per il tema dell’incontro; un tempo di preghiera sostenuto dai cori e di meditazione spirituale di Taizé; un tempo in cui si ascoltano testimoni esterni; e infine un tempo di gioco, la Messa domenicale e un dibattito su un film.
Una doppia identità difficile da vivere
«Essere un giovane cristiano in Israele non è facile. Questa affermazione sembra unanime nella testimonianza di questi giovani. Sia che vivano in una città o in un’altra, nessuno vive in un contesto vivace e, al contrario, il loro ambiente è molto segnato dal Giudaismo o dall’Ateismo. Ciò non permette loro di testimoniare apertamente questa fede in Cristo che è per loro fonte di vita». Maria ci spiega che per lungo tempo, la religione cristiana trasmessa dai genitori è stata un peso, quasi un peccato: «sono stato boicottata a scuola a causa di ciò, e non potevo nasconderlo, il mio stesso nome mostra la mia origine!».
La creazione del gruppo «Fiori del deserto» ha permesso alla maggior parte di loro di trovare un posto per parlare liberamente della fede, dove pregare più facilmente e per alcuni questo gruppo è diventato come una seconda famiglia, un luogo dove vivere veramente la loro “seconda” identità dopo quella data dalla nazionalità israeliana.
Fede, fonte di speranza per un giovane in difficoltà
Ma le speranze e le sfide dei giovani nel Vicariato “San Giacomo” sono molto simili a quelle dei giovani di tutto il mondo. Affrontare il futuro senza un grammo di ansia sembra impossibile, anche aderire a tutte le proposte della Chiesa non è facile, eppure la fiducia rimane presente.
Danielle, che viene da Nazareth ma ora vive a Gerusalemme, ha vissuto una vita di fede da quando viveva nella Kehilla, condividendo il suo tempo tra studi di educazione e servizio ai bambini presso il Centro “Sainte Rachel”: «Oggi i servizi quotidiani che celebriamo in comunità fanno veramente parte della mia vita».
Non tutti sono necessariamente cattolici praticanti, ma le GMG di Madrid e di Cracovia hanno cambiato il loro modo di vedere le loro vite. Angy, di origine filippina, spiega come la sua attuale vita sia scomoda e il suo futuro totalmente incerto, ma come la sua fiducia in Dio cambi la sua visione di queste realtà: «Dovrei essere totalmente stressato dal mio futuro e ancora non riesco a esserlo, gli eventi a venire non sono nelle mie mani ma in quelle di Dio, quindi non devo preoccuparmi!».
I semi diventano alberi bellissimi
Ma nonostante questo meraviglioso atto di fede, Benny e padre Apolinary sono ben consapevoli: questi giovani hanno bisogno di essere supportati e ascoltati. Alla domanda di cosa si aspettano dalla Chiesa, il silenzio non è lungo e Helena enumera in un solo colpo la missione della Chiesa verso i giovani: mostrare loro interesse, incontrarli, ascoltarli e interagire con loro, aiutarli. Angy conferma: «Noi siamo il futuro! Siamo come semi seminati, quindi ora bisogna fare in modo che diventiamo alberi belli e grandi!».
Cécile Klos
I «Fiori del deserto» sono gli adolescenti del Vicariato “San Giacomo”. Oggi ci sono due gruppi: adolescenti e giovani.