PRIMA SESSIONE dell’INCHIESTA DIOCESANA
DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
della SERVA di DIO Suor MARIA DELLA TRINITÀ
(Louisa Jaques 1901 – 1942)
DISCORSO di APERTURA - S.B.E. Pierbattista Card. Pizzaballa
Gerusalemme - Monastère Ste Claire - 26 aprile 2025
- Saluti
Carissimi fratelli e sorelle, il Signore Risorto vi dia la sua pace!
A nome di SB cardinale Pierbattista Pizzaballa, che si trova a Roma in questi giorni in attesa dell’inizio del Conclave, saluto tutte le persone qui presenti: i vescovi Mons. Giacinto Marcuzzo e Ilario Antoniazzi........, il Custode di Terra Santa, fr. Francesco Patton… autorità presenti… il Vicepostulatore fr. Ulise Zarza ofm e, attraverso di lui, il Postulatore generale fr. Gianni Califano ofm. Saluto cordialmente gli Officiali del Tribunale: mons. Ilario Antoniazzi mio Delegato, don Filippo Morlacchi Promotore di Giustizia, suor Marina Fischer Notaio.
Saluto le Sorelle clarisse di questo monastero, i frati, i religiosi e le religiose, i fedeli e amici tutti qui convenuti.
Ora mi sento onorato di leggere il bel discorso di apertura che SB doveva leggere in questa occasione e che faccio a nome suo.
- Importanza ecclesiale e significato per tutta la diocesi
Il canto solenne del Veni Creator ci ha introdotti a questo momento singolare e significativo per tutta la diocesi. È una gioia grande per me e per la Chiesa di Terra Santa, dare oggi inizio ufficiale alla Causa di beatificazione e di canonizzazione della Serva di Dio Suor Maria della Trinità, clarissa di questo monastero. Siamo convenuti qui oggi 26 aprile – giorno anniversario della sua nascita – perché la sua vita è un dono per la nostra piccola Chiesa di Gerusalemme e per la Chiesa intera. Siamo uniti spiritualmente con tante persone che in più Paesi e nei diversi Continenti, hanno pregato per questo momento, lo hanno sollecitato e ora ne gioiscono con noi.
Non possiamo tacere la testimonianza di luce che ci raggiunge. Anche Papa Francesco, nella sua Esortazione apostolica sulla santità, ci ha invitati: “Lasciamoci stimolare dai segni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri di quel popolo che «partecipa dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità»”[1]. La Chiesa, il mondo, ha bisogno di Santi, fratelli e sorelle nella fede testimoni autentici e credibili dell’amore di Dio, di “un amore più forte del male, più contagioso dell’egoismo, un amore che crea”. Così si esprimeva la Serva di Dio nella sua giovinezza: “un amore più forte del male (…), la sola cosa che rimane, la perla di gran valore”[2]. In questi giorni bui della storia del nostro Paese e dell’umanità, l’esperienza di suor Maria della Trinità è una parola di luce e di speranza. Lei ci sprona ad ancorarci alla vera speranza: Quando “tutte le menti e i cuori sono assorbiti da questa terribile guerra, quanto è buono tendere verso ciò che sta al di là della distruzione e della morte, ciò che solo rimane in eterno, il Signore Dio nostro”[3]. Ci sprona a tendere verso ciò che sta al di là della distruzione e della morte, ma non evadendo, al contrario scoprendovi la presenza di Dio che è fedele e dona la sua grazia proprio dentro l’oscurità e la prova: “Non ci sono ore oscure così profonde, che non portino con sé delle ricchezze”[4]. Possa questo avverarsi anche per noi.
- Chiamata alla santità
La nostra diocesi ha il privilegio di contare tra i suoi Santi tutti i discepoli, gli apostoli e amici del Signore, ma non solo, anche i profeti e i santi della prima Alleanza. Abbiamo il privilegio di celebrare nella liturgia la santità dei primi tempi della Chiesa, ma non dobbiamo dimenticare che lungo i secoli lo Spirito Santo non ha mai smesso di suscitare testimoni vivi del vangelo, molti di questi giunti fino a versare il proprio sangue per amore di Dio e dei fratelli. Anche oggi lo Spirito chiama la nostra Chiesa a vivere questa “misura alta della vita cristiana”, a scoprire che tale misura non è lontana da noi, è su misura della nostra umanità, nascosta anche nei “santi della porta accanto”[5]. Oggi è maturato il tempo per portare alla luce la vita e l’esempio di una giovane monaca di clausura, Maria della Trinità, vissuta “senza fare rumore” – come testimoniavano le consorelle che hanno vissuto con lei. Pochi mesi dopo la sua morte, il mio predecessore Luigi Barlassina scrisse per la prima edizione degli Scritti nel 1943: «Dio non domanda nulla di veramente straordinario a Suor Maria della Trinità: nondimeno, Egli volle da lei una fedele corrispondenza alle sue sante ispirazioni, e la generosità di nulla rifiutargli di quei piccoli sacrifici che si presentano lungo la giornata». Ecco la chiamata alla santità che il Signore chiede: “Io desidero che alla tua morte si possa dire: ‘Era una santa, ha fatto molto bene tutto ciò che ha fatto’. Questa perfezione nella vita comune è la santità che io ti chiedo. Nient’altro. E in tale opera tu avrai più che il mio aiuto: sono io che l’opererò in te”[6].
- Tratti significativi della spiritualità della SdD
Ma qual è la freschezza della sua vita, se dopo più di 80 anni dalla morte ancora parla al cuore di molti? Quali tratti della sua esperienza e della sua spiritualità sono attuali, vivi e vitali per noi oggi?
Come è noto, la fama di santità della SdD Maria della Trinità ha iniziato a diffondersi fin dai primi anni dopo la sua morte, soprattutto grazie alla pubblicazione di alcuni dei suoi ultimi Scritti spirituali, conosciuti con il nome di “Colloquio interiore”[7]. Si è verificato un crescente interesse e devozione, con richiesta di preghiere per sua intercessione, le visite alla tomba, le testimonianze di segni e favori ricevuti[8]. Il suo piccolo, ma ricco, patrimonio di scritti spirituali è certamente significativo e confidiamo che la Causa di beatificazione permetta di portare alla luce tesori inediti. Tuttavia, desidero porre l’attenzione su quattro aspetti della sua vita:
- La ricerca di Dio: Il tratto che maggiormente colpisce di suor Maria della Trinità è che la sua vita non è stata facile, non è stata lineare. Per questo molti la sentono vicina. Ha conosciuto molto presto la sofferenza del lutto, della malattia, dei distacchi, delle delusioni di ideali e amori. Ha conosciuto anche la notte della disperazione che l’ha portata ad esclamare “Dio non c’è e la vita non vale la pena di essere vissuta”. Proprio nell’ora più scura si è aperta la breccia che l’ha messa in cammino. Si è lasciata trovare da Dio. La bellezza della nuova SdD sta innanzitutto qui: è una giovane, una donna, che ha cercato il senso della vita, dell’amore, della verità, anche a tentoni, al buio, senza stancarsi.
- Suor Maria della Trinità ci ricorda poi una cosa fondamentale: la fede biblica nasce dall’ascolto. Il cammino di vita e di fede è stato accompagnato da una sapiente pedagogia del Signore nel condurre la SdD ad un ascolto sempre più profondo, libero e docile alla Sua voce. Ascolto che è diventato per lei scuola di fede, di preghiera, di carità fraterna, di contemplazione della Parola e dell’Eucaristia, del mistero nascosto in ogni anima inabitata da Dio e chiamata ad un dialogo personale di amore con Lui.
- La vita della SdD è senz’altro anche una luce per il cammino di unità della Chiesa: Suor Maria della Trinità è figlia e sorella di pastori protestanti della Chiesa Libera svizzera di stampo calvinista. Il cammino e la decisione di abbracciare la fede cattolica - attratta dal sacramento dell’Eucaristia - sono stati sofferti sperimentando nella sua carne la ferita della divisione. Questo l’ha spinta a cercare ancor più il cuore dell’unità e a trovarlo con un respiro spiccatamente post-conciliare, inteso come unità nella carità e motivo fondante dell’azione missionaria[9]. La sua vita è un’offerta viva per l’unità della Chiesa nella preghiera, nell’adorazione, nei più piccoli atti di carità fraterna.
- Infine, il tratto forse più difficile da comprendere: vivere la vita eucaristica che per lei ha avuto il sigillo del voto di vittima, pronunciato l’8 dicembre 1941, pochi mesi prima della sua morte, in obbedienza alla voce interiore. Il cuore dell’esperienza spirituale di suor Maria della Trinità è anche il cuore della sua esperienza umana. Tale voto di vittima, infatti, così come è inteso dai suoi scritti, significa “vivere la vita eucaristica”: “Desidero che il tuo voto di vittima ti purifichi nell’anima. Desidero che la tua anima si immoli, a imitazione della mia vita eucaristica, nel silenzio, nell’oblio, nel dono di te in me, intercedendo senza posa, accogliendo ogni occasione di espiazione, nella gioia”[10], e ancora: “lavorare unicamente a diffondere il mio Spirito, la mia dolcezza, la mia amabilità che non si arresta al male, ma vince il male con il bene”[11]. “Vincere il male con il bene” (Rm 12, 21): senz’altro è questa la parola più eloquente che emergere dagli scritti della SdD. È di un’attualità dirompente e basterebbe ad illuminare la nostra vita cristiana in questa Terra.
- Cosa significa questo atto giuridico?
Oggi, dunque, attraverso questo atto giuridico diamo avvio alla fase diocesana della Causa con la Prima Sessione dell’Inchiesta sulla vita e sulle virtù eroiche, nonché sulla fama di santità della SdD Maria della Trinità. Con tale atto, secondo la normativa ecclesiale vigente[12], il processo viene “istruito per raccogliere tutte le prove documentali e testificali pro e contra la beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio, morta in concetto di santità, affinché si possa decidere in merito alla beatificazione”. Gli Officiali del Tribunale della Causa fra poco, dopo di me, “presteranno giuramento di adempiere fedelmente il loro incarico e di mantenere il segreto di ufficio”[13]. Così farà anche il vicepostulatore.
A questa Prima Sessione seguiranno altre nelle quali il Tribunale raccoglierà le prove testificali di coloro che saranno chiamati a deporre riguardo alla fama di santità della SdD. La Commissione storica da me nominata in data 8 dicembre 2024 – i cui membri sono qui presenti – è già al lavoro per raccogliere tutte le prove documentali edite e inedite, oltre a tutti i documenti che in qualche modo riguardano la causa e che convergeranno nella Relazione che presenteranno al Delegato episcopale.
- Sintesi della lunga genesi che ci ha portato ad oggi
Il passo che oggi abbiamo la gioia di presiedere è frutto di un lungo cammino e del contributo di molte persone che negli anni hanno sollecitato e lavorato, offrendo preziose testimonianze e facendosi portavoce di una domanda di beatificazione che risuonava incessantemente. Desidero qui ricordare brevemente alcuni dei momenti più salienti della genesi che ci ha portato ad oggi.
Innanzitutto, a Gerusalemme i frati della Custodia di Terra Santa per primi hanno raccolto testimonianze e documenti, stimando l’esperienza della giovane clarissa degna di essere maggiormente conosciuta: di particolare rilevanza è la raccolta di testimonianze e documenti fatta da p. Sylvère Van den Broeck ofm confessore e primo curatore degli Scritti della SdD fino alla sua scomparsa prematura nel 1949. I frati della CTS negli anni sono sempre stati custodi dell’eredità spirituale della SdD. Nel Capitolo Custodiale del 1962 la Causa viene menzionata, ma solo negli anni 1991 e 1992 p. Raphael Bonanno ofm per primo come Vice-Postulatore si è occupato concretamente dell’iter canonico per aprirla, ma senza poterne dare inizio. Il suo successore, p. Sabino de Sandoli ofm vice-Postulatore dal 1993, ha incominciato a raccogliere ulteriori informazioni visitando la terra svizzera nei luoghi dove la SdD ha vissuto, stendendo una breve cronologia ufficiale, pubblicando dépliant divulgativi con la preghiera per ottenerne la beatificazione.
In Svizzera, già nel 1960 un Comitato presieduto dal Vicario generale della diocesi di Losanna si riuniva per approfondire la vita e il messaggio di suor Maria della Trinità in vista di una eventuale beatificazione. Ne era coinvolto anche il francescano svizzero p. Alain-Marie Duboin ofm il quale, raccogliendo il lascito di p. Sylvère ha continuato le ricerche di testimonianze e documenti tra familiari, amici e conoscenti della SdD, stendendo la prima biografia, edita nel 1979.
Anche dal Sudafrica - terra natale della SdD - ci furono significative sollecitazioni per la causa: si conserva la preziosa e insistente corrispondenza dell’inizio degli anni ’90 del Vescovo di Pietersburg Fulgence Le Roy osb indirizzate al Patriarca Michel Sabbah, al Custode, al Vice-Postulatore per chiedere ufficialmente l’apertura della Causa di beatificazione. Ugualmente, nel 1992 si è fatto voce di questa richiesta anche il Card. Owen McCann, Arcivescovo emerito di Città del Capo. Nel 2013, nuovamente dal Sudafrica viene sollecitata l’apertura della Causa con un nutrito dossier di documenti che attesta l’interesse e la fama di santità della SdD.
Nell’archivio del monastero è registrata una continua e crescente corrispondenza che testimonia una fama di santità crescente sia in numero che geograficamente in nuovi Paesi, con la richiesta esplicita di apertura della Causa. Sollecitate dalle richieste e dalle offerte ricevute per la Causa, finalmente, nel 2013 ci sono stati i primi contatti delle clarisse di Gerusalemme con padre Gianni Califano, Postulatore generale OFM. Nel 2022 la comunità delle clarisse ha deliberato di prendere seriamente in mano le tante domande e nel 2023 si è costituita Parte Attrice affidandosi al Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori per l’avvio dell’iter canonico delle fasi preliminari, che oggi possiamo ritenere concluso.
Conclusione
Si apre oggi dunque una nuova fase ufficiale che è un tempo di ricerca, raccolta, discernimento e ascolto. Innanzitutto ascolto. Ascolto attento dell’agire di Dio e della libertà a rispondergli nella travagliata vita della suor Maria della Trinità. Ascolto dello Spirito che ha parlato e parla ancora oggi alla nostra Chiesa, anche attraverso la silenziosa e orante testimonianza della SdD.
[1] Esortazione apostolica Gaudete et exultate, n.8, Papa Francesco, 19.03.2018. Citazione di Costituzione conciliare Lumen gentium, 12.
[2] Lettera alla sorella Alice 19.4.1919.
[3] Lettera da Gerusalemme a Lydia von Auw, del 24.08-1941 durante la Seconda Guerra mondiale.
[4] Lettera alla sorella Alice, dicembre 1921.
[5] Esortazione apostolica Gaudete et exultate, n.6. Papa Francesco, 19.03.2018.
[6] Appunti n. 599, in Colloquio interiore. ETS 2015.
[7] Edito per la prima volta in francese nel 1943, a meno di un anno dalla morte, con il titolo Sœur Marie de la Trinité (Louisa Jaques) Clarisse de Jérusalem (1901- 1942), dalla prima edizione italiana del 1945 ha avuto il titolo “Colloquio interiore”. Attualmente è tradotto in più di 11 lingue.
[8] Ne è testimone – tra altri - il primo miracolo attestato nel 1944 di guarigione di un sarcoma maligno al ginocchio di un giovane diciassettenne.
[9] Racconto della conversione e vocazione, in Colloquio p.77.
[10] “Uno stesso amore per lo stesso Dio non dovrebbe separare anime di buona volontà, anime “missionarie” che lavorano per il Regno di Dio. La disunione di queste anime mi angosciava: è necessario “attirare” le anime alla Chiesa, non scandalizzarle. (…) Noi siamo uniti nella carità”: Appunti n. 638 in Colloquio.
[11] Idem, n. 366.
[12] Costituzione apostolica Divinus perfectionis magister promulgata il 25 gennaio 1983 da Giovanni Paolo II; Normæ servandæ del 17.2.1983; Sanctorum mater. Istruzione per lo svolgimento delle Inchieste diocesane o Eparchiali nelle Cause dei Santi, Dicastero per le Cause dei Santi, 2007.
[13] Sanctorum mater. Art.87 §2; Normæ servandæ n. 6, c.