Nonostante non abbiano potuto partecipare al Giubileo dei Giovani tenutosi dal 28 luglio al 3 agosto 2025 a causa della guerra in corso che ha reso impossibile il viaggio, i giovani palestinesi hanno insistito nel portare la luce della speranza al mondo. Il loro viaggio in Italia è diventato un pellegrinaggio ricco di fede dal titolo “Dalla Palestina portiamo speranza”, dal 28 settembre al 9 ottobre 2025.
Più che un semplice viaggio geografico, questo pellegrinaggio è diventato una profonda esperienza spirituale e di unione umana. Ha incarnato la ferma speranza dei giovani in Cristo, che continua ad essere la loro luce guida nonostante le sfide e le pressioni che affliggono la Terra Santa.
Il gruppo era composto da giovani uomini e donne provenienti da varie parrocchie della Palestina, accompagnati da Faten Isaied , segretario generale di Jesus' Homeland Youth, e Sarah Dibeis, coordinatrice regionale per la gioventù del Medio Oriente. La guida spirituale durante il pellegrinaggio è stata fornita da padre Louis Salman, cappellano spirituale generale dei giovani, padre George Haddad, vice cappellano spirituale, e padre Abdallah Dababneh, direttore vocazionale della diocesi di Gerusalemme. A loro si sono unite le suore Rita Zayyadat e Rozan Faraj delle Suore del Rosario. Hanno guidato i giovani in momenti di profonda riflessione e hanno offerto spiegazioni sui luoghi santi che hanno visitato, luoghi che raccontano la storia duratura della fede della Chiesa attraverso i secoli.
La prima tappa è stata Roma, dove i giovani hanno visitato la Basilica di Santa Maria Maggiore e hanno offerto preghiere mattutine in ringraziamento per la grazia del pellegrinaggio durante il Giubileo della Speranza proclamato dal defunto Papa Francesco. Hanno portato la Croce Giubilare in processione di preghiera verso la Porta Santa della Basilica di San Pietro e hanno avuto la grazia di incontrare Sua Santità Papa Leone XIV. Questo incontro ha approfondito il loro senso di appartenenza alla Chiesa universale e ha rinnovato il loro desiderio di essere membri viventi del Corpo di Cristo, testimoniandolo coraggiosamente in questi tempi difficili.
La tappa successiva è stata Assisi, la città di San Francesco, dove la loro visita ha coinciso con la festa del santo. Hanno anche pregato sulla tomba del giovane Beato Carlo Acutis, traendo ispirazione dalla sua vita come esempio moderno di santità. Il gruppo ha poi proseguito per Padova, dove riposa Sant'Antonio, e per Venezia, dove ha ammirato lo splendore della Basilica di San Marco, prima di concludere il viaggio a Genova.
A Genova, i giovani hanno incontrato i giovani locali nell'ambito di uno scambio culturale che promuove l'unità tra i giovani cristiani di tutto il mondo. Lì, nella Chiesa dell'Annunciazione, hanno celebrato la Santa Messa presieduta da padre Louis Salman, concelebrata da padre Abdallah Dababneh e da diversi sacerdoti locali. L'atmosfera era piena di preghiera e gratitudine, e la celebrazione è stata coronata dal rinnovo dei voti delle suore Rozan e Rita nella festa della Madonna del Rosario. L'evento si è concluso con un incontro fraterno tra i giovani cristiani palestinesi e italiani, durante il quale hanno condiviso le loro esperienze di fede e le loro visioni per la Chiesa.
Al termine del pellegrinaggio, S.E. l'Ambasciatore Issa Kassissieh, Ambasciatore dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, ha accolto il gruppo presso l'Ambasciata, lodando la loro missione di trasmettere al mondo l'immagine di una Palestina fedele e risoluta, testimone di pace e speranza dal cuore della Terra Santa.
Testimonianze vive di due partecipanti
Tetiana Tadres, della parrocchia di Birzeit, ha condiviso:
«Non dimenticherò mai i momenti in cui ho capito quale benedizione fosse partecipare a questo sacro pellegrinaggio in Italia. È stata un'esperienza straordinaria sotto ogni punto di vista: non solo un viaggio fisico da un luogo all'altro, ma un pellegrinaggio nelle profondità della mia anima e una comunione con Dio.
Dal momento in cui ho sentito parlare del Giubileo della Speranza 2025, ho sentito una forte chiamata interiore che mi diceva che questo viaggio avrebbe cambiato la mia vita. Ho perseverato nella fede fino a quando il mio sogno di partecipare si è avverato. Quello che ho vissuto lì mi ha insegnato che la fede non conosce limiti e che ogni passo lungo il cammino di pellegrinaggio era un nuovo invito a scoprire l'amore sconfinato di Dio per noi. Ho sentito la Sua presenza in ogni preghiera, in ogni momento di silenzio e in ogni lacrima di gratitudine.
Quei giorni mi hanno insegnato la bellezza della semplicità, della comunione e del vivere la nostra fede insieme come un'unica famiglia alla ricerca dell'incontro con il Signore. Ho imparato che la fede non si limita alle parole, ma si vive giorno dopo giorno. Questo viaggio ha rinnovato il mio rapporto con Dio, con me stessa e con gli altri. Sarò sempre grata per ogni momento e per la grazia di vivere la fede, la nostra speranza e l'amore di Cristo".
Katya Abdallah, della parrocchia di Zababdeh, ha condiviso la sua riflessione:
«Partecipare al Pellegrinaggio Giubilare in Italia è stata davvero una delle esperienze più indimenticabili della mia vita. Fin dal mio arrivo ho provato un profondo senso di unità, pace e rinnovamento spirituale. Essere circondata da persone provenienti da tutto il mondo, piene di fede e gioia, è stato incredibilmente commovente.
Attraversare la Porta Santa, partecipare alle messe in luoghi storici e sacri e unirmi alle processioni ha riempito il mio cuore di gratitudine e stupore. L'atmosfera nella Città del Vaticano era diversa da qualsiasi cosa avessi mai provato: un profondo senso di santità e di festa pervadeva ogni angolo.
Al di là dell'aspetto spirituale, l'esperienza sociale è stata altrettanto potente. Ho incontrato persone di ogni ceto sociale - famiglie, sacerdoti, gruppi di giovani - ognuna con la propria storia e il proprio scopo. Abbiamo condiviso pasti, risate e conversazioni che hanno superato le barriere linguistiche. C'era un forte senso di comunità e amicizia, la sensazione che fossimo tutti parte di qualcosa di più grande di noi stessi.
Non è stato solo un viaggio religioso, ma un viaggio trasformativo che ha toccato la mia anima e ha cambiato la mia visione della vita. Sono tornato a casa spiritualmente rinnovato, socialmente arricchito e pieno di un rinnovato desiderio di vivere con misericordia e determinazione. È stata senza dubbio un'esperienza che porterò per sempre nel mio cuore.